Spiralis Mirabilis - La rivista italiana dedicata al Taiji Quan, al Qi Gong e alle arti marziali cinesi
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Il cuju, l'antico calcio cinese

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Pagina pubblicata in data 2 gennaio 2024
Aggiornata il 3 gennaio 2024

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Il gioco del calcio è fra gli sport che coinvolgono più persone nel mondo.

La storia del calcio moderno inizia il 24 ottobre 1857, quando fu fondata la prima società di calcio, lo Sheffield Football Club. Il 26 dicembre 1860 lo Sheffield affrontò l’Hallam nel primo match ufficiale della storia.

Se è vero che il calcio moderno, quello che appassiona oggi milioni (forse miliardi?) di persone in tutto il pianeta è nato nell’Ottocento, è altrettanto vero che il gioco con la palla è molto più antico.

Facciamo un salto indietro nel tempo e torniamo al periodo della storia cinese conosciuto oggi come "periodo degli Stati combattenti", 戰國 zhànguó (453 a.C. al 221 a.C.).

Un periodo molto travagliato della storia cinese, ma fondamentale. Questo periodo cade nella seconda parte del regno della dinastia degli 東週 dōng zhōu (Zhou orientale), che governarono dal 770 a.C. al 221 a.C.

La loro dinastia è, infatti, generalmente suddivisa in due periodi temporali, il primo, dal 722 a.C. al 481 a.C., ed è chiamato "periodo delle primavere e degli autunni" (春秋時代, chūnqiū shídài), mentre il secondo è noto come "periodo dei regni (o stati) combattenti" (戰國 zhànguó), e va dal 453 a.C. al 221 a.C.

Questo periodo fu caratterizzato da continue lotte fra gli Stati che costituivano la "Cina" di allora. Una feroce lotta per la supremazia gli uni sugli altri. La storiografia ricorda sette regni principali: qín, wèi, hán, zhào, , yàn e chǔ. Fu lo Stato di qín a emergere, unificando la Cina in un unico grande impero (221-210 a.C.), guidato dall’imperatore 秦始皇帝 qínshǐhuáng dì.

Secondo i documenti oggi a nostra disposizione, durante il periodo degli stati combattenti (戰國 zhànguó), uno sport in particolare divenne una delle attività di intrattenimento più popolari: il 蹴鞠 cùjū.

Noto anche come 蹹鞠 tájū, o 蹴鞠 cùjū o 蹋鞠 tàjū, questo sport fu talmente amato che le successive dinastie hàn, táng e sòng portarono questa disciplina ai massimi livelli.

Oggi, presso il museo dello sport dello Shaanxi (陜西體育博物館 xiáxī tǐyù bówùguǎn), è possibile osservare delle riproduzioni delle palle utilizzate per giocare a 蹴鞠 cùjū.

Durante la dinastia hàn la palla era fatta con quattro pezzi di pelle arrotolati. Aveva una forma simile a una palla da rugby, riempita di capelli. Era una "palla solida", dura. Durante la dinastia táng vengono apportate delle modifiche. La palla è cucita con otto pezzi di pelle, ed era più vicina alla forma di una sfera. L’interno era fatto con le vesciche di animali, riempite di aria. Questo rendeva la palla più tonda, elastica e leggera, e poteva essere calciata anche verso l’alto.

Con la dinastia sòng, il 蹴鞠 cùjū era realizzato con dodici pezzi di pelle bovina, l’elasticità era abbastanza buona e le tecniche di cucito estremamente raffinate, e la palla appariva rotonda.

Il gioco del 蹴鞠 cùjū era talmente amato durante la dinastia hàn che alcuni giocatori erano delle vere e proprie "stelle".

Uno dei primi manoscritti su questo gioco fu proprio redatto durante la dinastia hàn, i "Venticinque articoli sul cuju" 《蹴鞠二十五篇》 cùjū èrshíwǔ piān.

Presso il museo dello sport dello Shaanxi (陜西體育博物館 xiáxī tǐyù bówùguǎn) è conservata una rarissima statuetta risalente alla dinastia 東漢, dōng hàn (Han orientale). Questa statuetta di terracotta raffigura un corpo umano che corre, sul piede destro c’è una palla a forma di palla da rugby incollata alla superficie del piede.

Durante la dinastia sòng apparvero laboratori artigianali specializzati nella produzione di varie marche di 蹴鞠 cùjū.

Non solo dai manoscritti ritrovati oggi sappiamo che esistevano differenti tipi di 蹴鞠 cùjū. Il manoscritto 《蹴鞠谱》 cùjū pǔ riporta 24 modelli di palle differenti, mentre il manoscritto 《蹴鞠图谱》 cùjū túpǔ ben 41.

Non solo, conosciamo anche il nome di due vere e proprie società sportive organizzate: la 齊云社 qíyúnshè e la 圓社 yuánshè.

Sotto la dinastia hàn, appaiono i primi "campi da calcio professionali" all’interno del palazzo imperiale, noto come 鞠城 jūchéng con pareti e tribune.

La competizione, la partita, si giocava su un campo rettangolare con sei "reti" a ciascuna estremità, per un totale di dodici "reti", chiamate 鞠室 jūshì. Le due squadre che si confrontavano avevano sei "portieri", ognuno a guardia di una "rete", e ogni squadra aveva sei giocatori in campo l’obiettivo era mandare la palla, calciandola, nella rete della squadra avversaria.

Dopo la hàn, il cambiamento del processo di produzione della palla, ne cambia forma e peso.

La palla avendo una sorta di "camera d’aria" può essere calciata più in alto e di conseguenza il gioco si fece più "divertente" e mutò.

Si svilupparono tre forme di gioco. Il primo modo di giocare si basava principalmente sull’esprimere la propria abilità nell’uso della palla.

Con le dinastie táng e sòng, questo tipo di "calcio" era chiamato "gioco bianco", simile a quello che la gente ora chiama "calcio di fantasia", cioè, quando si gioca la palla, con la testa, le spalle, la schiena, l’addome, le ginocchia, i piedi perché la palla non cada per terra.

Il secondo modo di giocare era una forma di calcio competitivo che si giocava principalmente sul campo, con due squadre e degli arbitri (quello che si svolgeva in epoca hàn).

Il terzo modo di giocare prevedeva una sorta di confronto indiretto. L’obiettivo del gioco consisteva nel far entrare la palla in un buco, chiamato occhi del vento, posto su una rete sostenuta da due pali di bambù alti diversi metri.

Dopo la dinastia sòng questo gioco conobbe un rapido declino e fu soppiantato da altre discipline.

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Francesco Russo

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BREVE PROFILO DELL'AUTORE
Francesco Russo, consulente di marketing, è specializzato in consulenze in materia di "economia della distrazione".

Nato e cresciuto a Venezia oggi vive in Riviera del Brenta. Ha praticato per molti anni kick boxing raggiungendo il grado di "cintura blu". Dopo delle brevi esperienze nel mondo del karate e del gong fu, ha iniziato a praticare Taiji Quan (太極拳tàijí quán).

Dopo alcuni anni di studio dello stile Yang (楊式yáng shì) ha scelto di studiare lo stile Chen (陳式chén shì).

Oggi studia, pratica ed insegna il Taiji Quan stile Chen (陳式太極拳Chén shì tàijí quán), il Qi Gong (氣功Qì gōng) e il DaoYin (導引dǎoyǐn) nella propria scuola di arti marziali tradizionali cinesi Drago Azzurro.

Per comprendere meglio l'arte marziale del Taiji Quan (太極拳tàijí quán) si è dedicato allo studio della lingua cinese (mandarino tradizionale) e dell'arte della calligrafia.

Nel 2021 decide di dare vita ad una rivista dedicata al Taiji Quan (太極拳tàijí quán), al Qi Gong (氣功Qì gōng) e alle arti marziali cinesi in generale, che fosse totalmente indipendente da qualsiasi scuola di arti marziali, con lo scopo di dare vita ad uno strumento di divulgazione della cultura delle arti marziali cinesi.

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