Spiralis Mirabilis - Rivista dedicata alle arti marziali cinesi e alla cultura tradizionale cinese con focus su Tai Chi QiGong e DaoYin
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武術與中國文化 - Arti marziali e cultura tradizionale cinese

Sanbao - I tre tesori della cultura tradizionale cinese

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Pagina pubblicata in data 3 dicembre 2024
Aggiornata il 4 dicembre 2024

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三寶 sānbǎo, traducibile in italiano come i "tre tesori" o i "tre gioielli, è un termine che descrive un concetto fortemente radicato nella cultura tradizionale cinese. Un concetto che può variare molto in base al contesto in cui lo si trova. Confucianesimo, daoismo, buddismo, medicina tradizionale cinese, arti marziali e così via... hanno la loro prospettiva sui "tre tesori".

In questo articolo mi soffermerò prevalentemente su ciò che rappresentano i "tre tesori" nel contesto dell’arte marziale del 太極拳 tàijí quán, del 武術 wǔshù in generale e del daoismo. Anche se è doveroso sottolineare che è piuttosto complesso nella cultura tradizionale cinese "separare" concetti condivisi da tradizioni differenti, quando per la sua natura la cultura tradizionale cinese tende a "integrare", a fondere, fra loro tradizioni differenti (come è stato illustrato nell’articolo "I tre insegnamenti").

Fin dal periodo della dinastia míng, fra le persone che praticavano (e praticano tutt’ora), l’alchimia interna daoista 內丹 nèidān, è diffuso il detto:

煉精化氣、煉氣化神、煉神還虛、煉虛合道
liàn jīng huà qì, liàn qì huà shén, liàn shén hái xū, liàn xū hé dào

"Raffina l’essenza vitale per trasformarla in energia vitale, raffina l’energia vitale per trasformarla nello spirito/anima, raffina lo spirito/anima per tornare al vuoto, raffina il vuoto per ricongiungerti al Dao".

In uno dei primi libri prodotti dalla scuola daoista 鐘呂 zhōnglǚ, redatto (almeno un primo nucleo) la dinastia sòng, intitolato 《鐘呂傳道集》 zhōng lǚ chuándào jí, nel capitolo 《論還丹第十三》 lùn hái dān dì shísān c'è scritto:

煉形成氣,煉氣成神,煉神合道
liàn xíngchéng qì, liàn qì chéng shén, liàn shén hé dào

"Raffina per dare forma all’essenza vitale, raffina l'essenza vitale per dare forma allo spirito, raffina lo spirito per unirti al Dao."

Di quest'opera non sono a conoscenza di una traduzione in lingua italiana, la traduzione in inglese del titolo è "The Transmission of Dao by Zhongli Quan and Lü Dongbin".

Nel libro 《大丹直指》 dà dān zhí zhǐ attribuito a 丘處機 qiū chùjī (1148 - 1227), fu il più famoso dei sette immortali del nord (北七真 běi qīzhēn).
Nel capitolo 《神氣交合三田既濟義》 shénqì jiāohé sāntián jì jì yì è illustrato il concetto:

煉氣成神,速要煉氣之真靈,煉神合道
liàn qì chéng shén, sù yào liàn qì zhī zhēn líng, liàn shén hé dào

"Raffina l’essenza vitale per dare forma allo spirito, raffina velocemene il vero spirito dell'essenza vitale, raffina lo spirito per unirti al Dao."

Questi due autori sono un riferimento per la corrente daoista conosciuta come 全真道 quán zhēn dào. È caratterizzata da un forte movimento di interiorizzazione e sosteneva che il punto non sta nel cercare l'immortalità fisica ma di elevare il proprio spirito.

Il testo daoista 高上玉皇心印經 gāo shàng yù huáng xīn yìn jīng, "Classico del sigillo del cuore del sovrano di giada", anche noto come 心印經 xīn yìn jīng "Classico del sigillo del cuore", probabilmente risalente alla dinastia 南宋 nánsòng, Song meridionale (1127 – 1279 d.C.), è un’importante fonte sul concetto dei "tre tesori".

Un riferimento ai "tre tesori" appare anche nella stanza 67 del 道德經 dàodéjīng, ma con una definizione differente:

我有三寶,持而保之。一曰慈,二曰儉,三曰不敢為天下先。
wǒ yǒu sānbǎo, chí ér bǎo zhī. yī yuē cí, èr yuē jiǎn, sān yuē bù gǎn wéi tiānxià xiān.

"Ho tre tesori che custodisco e proteggo. Il primo è la gentilezza, il secondo è la parsimonia e il terzo è il non osare a essere il primo del mondo."

Da questi passaggi si giuge all'affermazione: lian shen he dao. Gli alchimisti daoisti che si dedicano all'aspetto più spirituale dell'alchiamia rimarcano spesso questo concetto di raffinazione per ricongiungersi al Dao.

Come riuscire a raggiungere l’obiettivo descritto da questo concetto di raffinazione?

È possibile attraverso i così detti tre passi: i 三關 sān guān.

Il primo passo: 初關 chū guān

Raffinare l’essenza vitale per trasformarla in energia vitale. Attraverso la meditazione e la regolazione del respiro, l’essenza vitale e il respiro all’interno del corpo vengono condensati e purificati in modo da poter fluire e funzionare meglio.

Il secondo passo: 中關 zhōng guān

Raffinare l’energia vitale per trasformarla nello spirito/anima. Il respiro condensato passa attraverso il sistema nervoso e le forze spirituali all’interno del corpo, innalzando gradualmente il livello dello spirito/anima e della coscienza, permettendo così al corpo di raggiungere un livello superiore.

Il terzo passo: 上關 shàng guān

Raffinare lo spirito/anima per ritornare al vuoto. Dopo aver raggiunto un certo livello di coscienza del sé, di presenza, si può perfezionare lo spirito/anima. Questo comporta la meditazione, la contemplazione, la preghiera, e così via. In modo che il potere della coscienza e il potere dello spirito possano mescolarsi l’uno con l’altro così da raggiungere una condizione di "dimenticanza", di "vuoto", il 無爲 wúwéi.

Quando si raggiunge la condizione di wuwei si creano le premesse per entrare in armonia con la "Via", con il dào.

È necessario proseguire la raffinazione del vuoto per raggiungere uno stato di piena integrazione, per entrare in comunione con il Dao.

Il percorso che l'essere umano compie (secondo la visione daoista) di ricerca della propria "naturalezza" conduce dal vuoto ai tre tesori e, quindi, al completamento dell’umanità (成人 chéngrén). Il percorso inverso conduce dai tre tesori al vuoto e, quindi, al raggiungimento di una condizione di immortalità dello spirito (成仙 chéngxiān).

Vivere nel Dao significa vivere in armonia con le energie del Cielo ( yáng) e della Terra ( yīn).
Per la visione daoista del mondo, infatti, l’uomo esiste inseparabile dal Cielo e dalla Terra. Non solo. Esiste una vera e propria relazione di reciprocità tra questi tre attori (Cielo, Terra e uomo).

Essendo così importante l'unione con il Dao, nel corso del tempo si sono sviluppate molteplici tecniche, riti, approcci e comportamenti per coltivare jīng, e shén, che permettono di fare quel vuoto che porta alla "naturalezza" e quindi al Dao.

Jing qi e shen sono concetti alla base della teoria della medicina tradizionale cinese, dell’alchimia interna daoista, neidan, della disciplina del 氣功 qìgōng, dell’arte marziale del Taiji Quan, del daoismo e sono presenti negli insegnamenti del buddismo.

I concetti di Yin e Yang, dei cinque elementi, 五行 wǔxíng, assieme a jing qi e shen sono le basi della cultura tradizionale cinese.

I termini jing qi e shen compaiono anche nel 黃帝內經 huángdì nèijīng risalente al primo o al secondo secolo a.C. Un testo di medicina che è stato per secoli un punto di riferimento per la cultura tradizionale cinese. Un esempio per sottolineare come jing qi e shen sono concetti profondamente radicati nella cultura tradizionale cinese.

Rimanendo nell’ambito del daoismo, i "tre tesori" sono anche associati ai "Tre Puri", 三清 sān qīng. Le divinità più importanti del pantheon daoista che ne compongono la trinità, considerata come la manifestazione pura del Dao e l’origine di tutti gli esseri senzienti. Sono spesso raffigurate come persone anziane, vestite con i tre colori base: rosso, blu e giallo.

Dopo questa breve presentazione, dovrebbe essere più facile comprendere come le idee e le pratiche associate a ognuno di questi tre termini e all’insieme di questi, siano complesse e variano sensibilmente in base al contesto culturale a cui si fa riferimento.

Compenetrazione

Per tutto questo è possibile che alcune informazioni riportate in queste pagine possono discordare da quanto insegnato in alcune scuole di arti marziali e/o di QiGong.

Nulla di "incredibile". Il motivo è legato al fatto che nella cultura tradizionale cinese la compenetrazione di elementi di tradizioni differenti è la norma, e di conseguenza non è possibile affermare in modo assoluto che la propria visione "è la verità".

Quello che è possibile affermare, è: "secondo la tradizione del maestro che seguo, della scuola che frequento, della corrente di pensiero che seguo, i tre tesori sono…".

La candela

Un’analogia utilizzata da tempo immemorabile per spiegare questi concetti è fatta attraverso l’immagine di una candela.

Jing è la cera e lo stoppino della candela, l’energia estremamente condensata diventa materia. qi è la fiamma, attraverso la combustione (la vita) fa ardere la candela. Lo shen è la luce/radiazione che emana la candela accesa.

jing

Il concetto espresso dal caratterejing può essere tradotto in questo contesto con la locuzione "essenza nutritiva".

Jing è la materia fisica più densa all’interno del corpo e si ritiene che sia immagazzinata nel sistema degli organi renali. È la base materiale del corpo fisico ed è di natura Yin, il che significa che nutre, alimenta e "raffredda" il corpo. Jing è l’energia primordiale che viene trasmessa dai genitori a un individuo al momento del concepimento.

Governa i processi di crescita nel corpo come lo sviluppo delle ossa, dei denti e dei capelli, i normali processi mentali e la maturità sessuale. Dopo la pubertà, il jing controlla la funzione riproduttiva e la fertilità, così come la lucidità della mente, e muove il corpo umano dalla nascita, passando per l’infanzia, la pubertà, la gravidanza, la maturità e, infine, la vecchiaia.

Il jing è associato alla capacità del corpo di adattarsi ai cambiamenti e circola attraverso gli otto meridiani straordinari.

Il jing è una forza vitale essenziale per la vita. Man mano che il corpo invecchia il jing che si possiede alla nascita si consuma gradualmente. Quando il jing è esaurito, il corpo muore.

La medicina tradizionale cinese insegna che il jing può essere rafforzato attraverso una corretta alimentazione, un riposo adeguato, la meditazione e la pratica di esercizi (da questa convinzione nasce, ad esempio, la disciplina del 導引 dǎoyǐn).

Un primo riferimento al jing si trova in un capitolo chiamato "Allenamento interiore" (內業 nèiyè), di un testo più ampio compilato durante la dinastia hàn, il 管子 guǎnzi, datato al IV secolo a.C.

Qi

Il qi, il secondo dei tre tesori, è la forza vitale invisibile che consente al corpo di pensare e muoversi, è l’energia che si muove attraverso il cosmo e che entra ed esce dal corpo.

Si dice che entri nell’essere umano attraverso il naso e che circoli attraverso i dodici meridiani per nutrire e preservare gli organi interni.

Quando il jing è forte, il qi sorge automaticamente. Un corpo sano è una fonte costante di qi circolante. Che include sia l’aria che il sangue tant’è che si pensa sia prodotto come risultato delle funzioni dei polmoni e della milza.

Il qi dona vitalità al corpo. La medicina tradizionale cinese ritiene che i sintomi di uno stato di malattia sia la conseguenza di un blocco del movimento del qi attraverso i meridiani del corpo, così come la carenza o lo squilibrio del qi (squilibrio omeostatico) negli organi interni 臟腑 zàngfǔ.

Il primo riferimento esistente al qi è contenuto nei "Dialoghi" (論語 lúnyǔ) di Confucio (孔子 kǒngzǐ), composti qualche tempo dopo la sua morte nel 479 a.C.

shen

Il terzo tesoro, shen, può esprimere in questo contesto il concetto di "anima" e/o di "spirito", "psiche" e/o "mente" e si sviluppa attraverso l’interazione delle energie jing e qi.

Shen è considerata l’energia della mente, dello spirito. A differenza del jing e di qi, una persona non è automaticamente dotata dello shen. Esso viene raggiunto e accresciuto attraverso uno stile di vita retto, attraverso la meditazione, l’autocontrollo e le pratiche spirituali.

Jing, qi e shen devono essere sviluppati insieme. Uno shen ben coltivato porta pace alla mente. Lo shen è una manifestazione della natura superiore degli esseri umani e presiede alle emozioni, alla consapevolezza onnicomprensiva della verità.

Lo shen si esprime sotto forma di saggezza, amore, compassione, gentilezza, generosità, accettazione, perdono e tolleranza.

La qualità dello shen può essere osservata principalmente negli occhi di una persona, che rispecchiano la sua anima.

Lo studio delle idee che questi termini esprimono rivela molto delle aspirazioni fondamentali dell’alchimia interna daoista, in particolare sul significato di immortalità xiān.

Secondo la visione tradizionale una mente non sana non si connette con gli occhi degli altri.

Nell’opera 天仙正理自序 tiānxiān zhènglǐ zìxù (di autore ignoto), sono riportate le parole di 伍守陽 wǔ shǒuyáng (1574 – 1644?) importante figura del pensiero daoista.

Wu Shouyang, spiega che il suo maestro 曹還陽 cáo huányáng (1563 – 1622) disse: "La via dell’immortalità è semplice e facile; consiste in shen e qi. Uno shen e un qi sono l’equivalente di uno Yin e uno Yang."

In queste parole il jing non è menzionato. Il motivo è legato al fatto che jing è presente (secondo questi due maestri e la corrente di pensiero a cui appartenevano) all’interno di qi. jing e qi sono fondamentalmente considerate la stessa energia.

Questo tipo di "approccio" è tipico della cultura cinese tradizionale. È il meccanismo che permette di armonizzare la dualità di Yin e Yang, con il concetto del numero "tre". È sufficiente seguire la logica enunciata nella stanza numero 42 del Dao de jing, 道生一,一生二,二生三,三生萬物。 dàoshēng yī, yīshēng èr, èr shēng sān, sān shēng wànwù. Il Dao produce l’Uno, l’Uno produce il Due, il Due produce il Tre, il Tre produce i diecimila esseri.

In questo passaggio è possibile cogliere appieno la "legge" dell’uno, del due e del tre.

Questa di fatto afferma che, quando le cose si manifestano, lo fanno seguendo tre passaggi fondamentali.

Il passaggio uno è l’indifferenziato. Il tema portante dell’esistenza nel Dao de jing è l’emanazione dell’inconoscibile Dao. Lo stato due è sempre lo stato uno, ma riproposto con una piccola variazione. Per 老子 lǎozi è l’indifferenziato che si polarizza nello Yin e nello Yang.

Poi c’è lo stato tre, che è la partenza vera e propria, l’esplosione della molteplicità, la nascita, appunto, dei diecimila esseri.

Quindi, ricapitolando c’è lo stato uno, lo stato due è una variazione dello stato uno, mentre il tre è completamente un’altra cosa, e questa è la "legge" dell’uno, del due e del tre.

Facciamo un semplice esempio. Pensa a uno starter che sta per far cominciare una gara di corsa. Cosa dice? Tre cose. Pronti, partenza, via!

Il "pronti" è lo stato uno. "Partenza" è lo stato due, la variazione di uno (di fatto gli atleti non sono ancora in movimento), tutto poi "esplode" con il "via", lo stato tre.

Jing e qi possono essere considerati lo stato uno e lo stato due che è variazione del primo.

La triade jing, qi e shen è facilmente accostabile a molte altre triadi della cultura tradizionale cinese, ma se si assume che jing e qi sono fondamentalmente uno allora è facile accostare questi concetti al dualismo Yin e Yang.

Emerge qui una delle caratteristiche peculiari della cultura tradizionale cinese, che è quella di ricondurre e adattare ogni idea ai concetti fondanti della cultura tradizionale, come Yin e Yang, i cinque elementi e così via...

Nell’opera 《太極圖說》 tàijí túshu risalente alla dinastia sòng del filosofo 周敦頤 zhōu dūnyí (1017 d.C. – 1073 d.C.) è riportata la frase 無極而太極 wújí ér tàijí.

La forma grammaticale di questa frase consente due interpretazioni: "Mentre wuji, anche taiji" o "Prima wuji e poi taiji".

Il Wuji è uno stato in cui il qi è ovunque: questo qi è uno e indiviso. Questo è il qi del Dao che costituisce il substrato dell’esistenza.

Se ora ci soffermiamo nuovamente sulle prime parole della stanza 42 del Dao de jing "Il Dao produce l’Uno, l’Uno produce il Due, il Due produce il Tre, il Tre produce i diecimila esseri." Il Dao corrisponde al Wuji e il Taiji all’Uno.

La divisione dell’Uno in due principi distinti è seguita dalla riunione di questi due per formare un terzo principio che è l’immagine dell’armonia e la condizione di tutta la vita.

I tre tesori sono i referenti ultimi della "proliferazione" dei diecimila esseri.

Per poterli comprendere a fondo è, quindi, fondamentale acquisire un minimo di concetti della teoria e della pratica dell’alchimia interna. Sono essenziali per lo studio del moderno daoismo, collocando la teoria dell’alchimia interna esattamente tra le visioni più ampie sulla natura umana e sulla cosmologia.

Le definizioni che un autore, un pensatore, un filosofo, dà dei tre tesori sono fondamentali per comprendere l’opinione sulla vitalità, sulla sessualità, sulla respirazione e sulla percezione delle altre funzioni umane. Sono anche la chiave per comprendere le specificità della concezione di ciascuna tradizione teoria e pratica e le differenze e le somiglianze fra loro. Come, ad esempio, per Wu Shouyang.

Pratica la tua conoscenza.
實踐真知
shíjiàn zhēnzhī

Francesco Russo

NOTE SULLA TRASCRIZIONE FONETICA
Le parole in lingua cinese quando appaiono per la prima volta sono riportate in cinese tradizionale con la traslitterazione fonetica. A partire dalla seconda volta, la parola è riportata con il solo pinyin senza indicazioni degli accenti per favorire una maggiore fluidità della lettura dei testi.

BREVE PROFILO DELL'AUTORE
Francesco Russo, consulente di marketing, è specializzato in consulenze in materia di "economia della distrazione".

Nato e cresciuto a Venezia oggi vive in Riviera del Brenta. Ha praticato per molti anni kick boxing raggiungendo il grado di "cintura blu". Dopo delle brevi esperienze nel mondo del karate e del gong fu, ha iniziato a praticare Taiji Quan (太極拳tàijí quán).

Dopo alcuni anni di studio dello stile Yang (楊式yáng shì) ha scelto di studiare lo stile Chen (陳式chén shì).

Oggi studia, pratica e insegna il Taiji Quan stile Chen (陳式太極拳Chén shì tàijí quán), il Qi Gong (氣功Qì gōng) e il DaoYin (導引dǎoyǐn) nella propria scuola di arti marziali tradizionali cinesi Drago Azzurro.

Per comprendere meglio l'arte marziale del Taiji Quan (太極拳tàijí quán) si è dedicato allo studio della lingua cinese (mandarino tradizionale) e dell'arte della calligrafia.

Nel 2021 decide di dare vita alla rivista Spiralis Mirabilis, una rivista dedicata al Taiji Quan (太極拳tàijí quán), al Qi Gong (氣功Qì gōng) e alle arti marziali cinesi in generale, che fosse totalmente indipendente da qualsiasi scuola di arti marziali, con lo scopo di dare vita ad uno strumento di divulgazione della cultura delle arti marziali cinesi.

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一口氣。一種武術。一個世界。
Yī kǒuqì. Yīzhǒng wǔshù. Yīgè shìjiè.

—— 龍小五

Un solo respiro. Una sola arte marziale. Un solo mondo.
—— 龍小五

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